Bluetooth, Radiofrequenza, Wi-Fi. Proviamo a capire.

Se cerchiamo sul web informazioni sulle comunicazioni wireless troviamo tanto materiale da scriverci un’enciclopedia in 10 tomi. Giustamente! L’argomento è così ampio e in pieno sviluppo che sarebbe strano il contrario. Eppure capita di leggere tante castronerie proprio nei siti di chi dovrebbe capirne più degli altri. Come chi vende sistemi per la ristorazione. Trovo personalmente malinconico (per non dire deludente) che degli “esperti della ristorazione” raramente hanno reale competenza; e questo è incomprensibile, visto che la tecnologia wireless è alla base di un buon sistema per la ristorazione.

Facciamo una premessa: in qualunque campo, ma nel tecnologico soprattutto, quando una soluzione è indiscutibilmente migliore delle altre, prende rapidamente il sopravvento; se questo non accade, e più tecnologie convivono per lungo periodo, significa che ogni soluzione offre vantaggi e svantaggi, e la scelta ricade di volta in volta sulla soluzione che mixa meglio le caratteristiche, dando i risultati più adeguati alle necessità dell’uso specifico.

Detto questo, non mi dilungherò troppo a fare esempi o confronti sui casi specifici, lo trovo insensato, ma faccio solo delle riflessioni sull’aspetto “tecnico e tecnologico” della questione:

  1. Una Azienda leader nella produzione di terminali palmari per la ristorazione è fedele da sempre alla radiofrequenza 433 MHz; garantiscono ampia portata, lunga autonomia delle batterie e affidabilità delle trasmissioni. Ma anche il radiocomando del cancello automatico di casa vostra utilizza la stessa tecnologia, eppure non hanno sicuramente la stessa portata (non aprite il cancello da 100 metri) o la stessa affidabilità (è facilissimo clonare il telecomando di un cancello). Perché? Forse perché non è sufficiente parlare di 433 MHz per definire completamente il concetto?
  2. Ormai qualunque grosso centro commerciale offre la Wi-Fi gratuita ai propri ospiti, per non parlare del fatto che sempre più Comuni offrono la Wi-Fi cittadina. Credo di poter affermare che un centro commerciale sia decisamente più grande di un ristorante medio. Allora perché si dice che il Wi-Fi non ha una portata sufficiente, che perde la connessione o cose del genere? Stai a vedere che invece anche col Wi-Fi si trovano soluzioni adeguate alle esigenze “importanti”?
  3. Infine il Bluetooth: poco diffuso nel campo della ristorazione (di fatto solo un’Azienda ha investito in questa direzione … indovinate chi?), lo si associa solitamente a utilizzi semplici (auricolari del telefono un esempio su tutti). In realtà un BT 4.2 in Classe 2 garantisce ampia portata (fino a sfiorare i 500 metri in assenza di ostacoli), un bassissimo consumo di energia (circa un decimo del 433 MHz e anche 50 volte meno del Wi-Fi) a tutto vantaggio dell’autonomia degli oggetti, una impareggiabile refrattarietà ai “rumori di fondo” ambientali. Ogni modulo BT ha un indirizzo unico al mondo non clonabile: questo rende la connessione tra periferiche BT fondamentalmente impossibile da “intercettare”.

Ora facciamo alcune considerazioni sulle specifiche motivazioni che ci spingono a utilizzare il Bluetooth per le nostre trasmissioni wireless. Cercherò di non annoiarvi con dati tecnici incomprensibili, ma cercherò comunque di farvi capire le varie differenze.

 

Semplificando molto, possiamo dire che due persone che parlano stanno “comunicando wireless”, visto che non esiste connessione fisica tra la bocca di chi parla e l’orecchio di chi ascolta. Se parlano di business importanti in una piccola stanza dove sono presenti solo loro due, potranno chiacchierare con un filo di voce e capirsi perfettamente. Ma se devono parlare degli stessi affari in una grossa discoteca affollata, direi che saranno costretti ad alzare la voce, correndo comunque il rischio di fraintendimenti, di essere ascoltati e di disturbare le chiacchiere dei vicini. Ecco la ragione per la quale i briefing aziendali di rilevante importanza non vengono svolti in discoteca ma in comode e insonorizzate sale riunioni. Scherzi a parte, è chiaro che il vostro ristorante è di fatto un’affollatissima discoteca: ogni persona presente avrà almeno un cellulare in tasca con Wi-Fi e Bluetooth accesi, che sparano le loro frequenze e cercano continuamente nuove reti a cui agganciarsi. Ed ecco che i vostri palmari che devono comunicare col sistema dovranno “urlare” per cercare di farsi sentire!

Con tante persone in un unico ambiente si creano due tipi di “voci”: quelle dei miei commensali (che individuo e cerco di ascoltare) e quelle di tutte le altre persone (che generano quello che possiamo chiamare “rumore di fondo”). Nonostante la mia capacità di selezionare le voci che mi interessano, rischio comunque di non sentire i miei commensali più distanti, e questo ci porterà ad alzare la voce, finendo però per disturbare le comunicazioni nei tavoli vicini. E così via degenerando, finché si parla tutti a voce alta e comunque si sentirà solo il proprio vicino di tavolo.

Eccoci qui: i nostri tre amici che chiamiamo WF, RF e BT hanno però tre caratteristiche diverse.

Il Sig. WF ha una voce precisa e scandita, ma bassa. Per far sentire la sua voce a tutti occorre che gli mettiamo un bel microfono potente vicino e poi amplifichiamo la sua voce e la diffondiamo con degli specifici altoparlanti (che per comprensione chiameremo access point e repeater). Ma se facciamo una buona rete di microfoni e altoparlanti, anche il Sig. WF potrà fare un bel discorso in pubblico.

Il Sig. RF ha invece una bella voce squillante, alta e chiara. Ha il difetto che non riesce a parlar piano, disturbando un po’ tutti se l’ambiente è silenzioso, ma sicuramente riesce a farsi sentir bene.

Il Sig. BT è un androide. E chi lo ha progettato, conoscendo sia WF che RF, ha deciso di mettergli vicino alla bocca un potenziometro (la manopola del volume, insomma). Lui è in grado di abbassare la voce fino a un filo per non disturbare, alzandola automaticamente quando si allontana dall’ascoltatore per garantirgli comunque un livello accettabile di comprensione.

Ragazzi, ho ovviamente semplificato tanto tanto il concetto, ma veramente tanto, ma spero di aver almeno fatto capire il perché di una scelta così radicale e unica nelle nostre soluzioni.